10 dicembre 2024


Aspetti psicologici e giuridici della fragilità mentale dei ‘cosiddetti pazzi randagi’

ospedalePer rappresentare gli aspetti psicologici osservabili e nascosti dei fragili mentali e dei “cosiddetti pazzi randagi” devo esemplificare alcune condotte (modi di comportarsi) dipendenti da tali patologie psicologiche e psichiatriche, cercando anche di accennare alle differenze correlate alle varie tappe dello sviluppo.

Parto col dire che la fragilità mentale e la sindrome da pazzia di strada possono dipendere da fattori genetici, neo-natali o post-natali:

1. le cause genetiche sono diverse e derivano dal danneggiamento del DNA (che può avvenire per esempio a causa della “tossicità” dei genitori o per altre malattie e aspetti patologici dei genitori, oggetto della genetica);
2. le cause neo-natali sono varie e derivano dal danneggiamento dell’encefalo (che può avvenire per esempio a causa della “anossia neo-natale” o per altri accidenti patologici dei periodo neo-natale);
3. le cause post-natali sono moltissime, disseminate nelle varie età e non sempre individuabili. Esse possono riferirsi al:

    a) danneggiamento strutturale/biochimico dell’encefalo (che può avvenire per esempio a causa di malnutrizione, assunzione di tossici di varia natura e per varie vie, infezioni batteriche, virali, tumorali o traumi meccanici),
    b) danneggiamento psichico (dovuto a: rifiuto della propria immagine o del proprio “sé”, difficoltà di relazione, stress, pressioni psicologiche, paure, incontri traumatici, condotte e frequentazioni avvilenti, esaltanti o abominevoli).
    Dopo aver dato uno sguardo alle cause, si comprende che i comportamenti derivanti dalla fragilità mentale e dalla “pazzia di strada” sono in qualche modo contigui ed omologabili, proprio perché hanno la radice nelle stesse cause suaccennate.
    Ecco gli esempi di riferimento, a partire dall’infanzia:
    1. i genitori che sono a conoscenza della fragilità mentale di una ragazza di 8 anni evitano di lasciarla sola in casa con un bambino di 3 anni, perché immaginano che se, per ipotesi, il piccolo tira giù una pentola, la ragazza non è in grado di portare prima in salvo il bimbo e mettersi rapidamente in contatto con loro, oppure, con fare resiliente, ricorrere ai vicini di casa senza perder d’occhio il fratellino;
    2. un’adolescente quindicenne, affetta da fragilità mentale lieve, non cura adeguatamente la propria immagine e la propria motricità corporea, pertanto non riesce a frequentare il liceo, compiendo il tragitto a piedi o in autobus, senza incorrere in frequenti molestie verbali e non verbali, persino da parte dei compagni di scuola maleducati od intruppati in branco;
    3. una giovane donna affetta da fragilità mentale lieve guarda al matrimonio senza sottilizzare molto nelle scelte, fino ad accettare incoscientemente situazioni penose o pericolose.
    Ecco altri esempi di riferimento, a partire dall’infanzia maschile:
    4. i genitori che sono a conoscenza della fragilità mentale di un ragazzo di 8 anni evitano di lasciarlo solo in casa con un bambino di 3 anni, perché immaginano che se, per ipotesi, il piccolo tira giù una pentola, il ragazzo non è in grado di portare prima in salvo il bimbo e mettersi rapidamente in contatto con loro, perché preso dall’interesse per il videogioco;
    5. un adolescente quindicenne, affetto da fragilità mentale lieve, non riesce a relazionarsi adeguatamente con i coetanei, e non riesce a frequentare il liceo, compiendo il tragitto a piedi o in autobus, senza incorrere in frequenti molestie verbali e non verbali, persino da parte dei compagni di scuola maleducati od intruppati in branco: incorre in continue trappole che gli vengono tese per saggiare le sue reazioni;
    6. un giovane uomo affetto da fragilità mentale lieve guarda ai legami sentimentali con pigrizia e senza sottilizzare nelle scelte, fino ad accettare incoscientemente situazioni penose o pericolose.
    Nell’età adulta avanzata, la fragilità mentale porta principalmente alla chiusura in se stessi, al disimpegno lavorativo, all’incostanza, alle fissazioni, alle ossessioni ed alle reazioni esagerate agli stimoli esterni.
    Dalla fragilità mentale alla pazzia di strada (fenomeno dei pazzi randagi) il passo è breve, perché appena le persone fragili escono da un contesto familiare accogliente o addirittura ostile od inesistente, cominciano a vagare per un mondo poco compreso, irto di vaghe sorprese (gli ostacoli non vengono percepiti come tali o misurati correttamente) ed esperienze che stimolano la loro reazione standardizzata-premeditata, (generalmente di tipo infantile, perché correlata al quoziente intellettivo medio-basso).
    Da questa sommaria descrizione tipologica-comportamentale si ricava un concetto di marcata pericolosità individuale e sociale dei soggetti affetti dai suddetti disturbi psichici.
    Queste persone, meritevoli di accoglienza ed affetto, devono essere curate, nel loro primario interesse, continuamente in maniera multifattoriale (principalmente con la psicologia e con la psichiatria) e seguite da parte della famiglia (ove possibile) e da parte dei Sindaci, attraverso i servizi sociali comunali, che le hanno in “carico” ai sensi del combinato disposto seguito alla legge Basaglia, come prescrivono le vigenti norme, fino ai trattamenti temporanei intensivi in reparti ospedalieri specializzati, con l’intervento del servizio sanitario nazionale.
    Ciò  perché i fragili mentali hanno una risposta psichica alle situazioni di contrasto (risposta psichica intesa ad annientare le fonti di segnali esterni, percepiti, anche se erroneamente, in contrasto con la loro vita), meno razionale delle persone normali, che si esprime in azioni “bambinesche” e pericolose. Infatti appena la loro mente fragile percepisce una fonte del contrasto alla loro volontà, senza regole e senza guida etica, decidono ed iniziano puerilmente a cancellarla con ogni mezzo.
    Sul piano giuridico,  la LEGGE 13 Maggio 1978, n° 180 sulla diagnosi e la cura volontaria o  obbligatoria, promossa da Francesco Basaglia, dopo aver decretato la chiusura dei manicomi, ha stabilito le norme sul trattamento obbligatorio, e sui servizi di igiene mentale. Il 23 dicembre 1978 è seguita la legge 833/78 che ha istituito il Servizio Sanitario Nazionale e confermato all’articolo Art. 33, sulle – Norme per gli accertamenti ed i trattamenti sanitari volontari e obbligatori -, che <<____• Gli accertamenti ed i trattamenti sanitari obbligatori sono disposti con provvedimento del sindaco nella sua qualità di autorità sanitaria, su proposta motivata di un medico. …….• Chiunque può rivolgere al sindaco richiesta di revoca o di modifica del provvedimento con il quale è stato disposto o prolungato il trattamento sanitario obbligatorio. Sulle richieste di revoca o di modifica il sindaco decide entro dieci giorni___>>,  confermando quanto già prescritto dall’Art. 1  della Legge 13 Maggio 1978, n° 180.
    Sul piano procedurale non vi sono grandi novità, a conferma delle già rimarcate responsabilità deontologiche ed amministrative che la Legge Basaglia ha trasferito in solido ai sindaci, ai servizi sociali ed ai servizi sanitari territoriali nei confronti dei fragili mentali, e quindi dei soggetti che verosimilmente sfociano nella pazzia e nel randagismo, in seguito a particolari evoluzioni endogene della loro patologia.
    In pari tempo, le responsabilità in capo alle istituzioni amministrative, sociali e sanitarie territoriali, comprendono il rispetto della salute dei terzi danneggiati a seguito delle eventuali omissioni degli interventi spettanti ai servizi sociali.
    I servizi sociali comunali sono tenuti alla prevenzione sociale a partire dalla eventuale costituzione una rubrica aggiornata (riservata), con i nomi reperiti preventivamente dai medici di base e dai servizi sanitari, dei soggetti pericolosi e “randagi”, che sono molto spesso già largamente riconosciuti dalle “frequenti vittime” cittadine.

    Prof.  Gennaro Iasevoli

    http://www.giurisprudenza.uniparthenope.it/siti_docenti/SitoDocentiStandard/default.asp?sito=giasevoli