I minori stranieri non accompagnati
15 ottobre, 2012 by Agata Romeo - Psicologo
Categoria: Minori, Ultimi articoli
Dalla recente indagine si è rilevato che in Italia i minori stranieri non accompagnati, solo nel 2011, sono 17.823. I paesi di provenienza sono per la maggior parte Russia, altri paesi dell’Est, Africa. Secondo fonti del Ministero degli Interni sono 1.285 i minori stranieri non accompagnati nei primi tre mesi del 2011 sbarcati in Sicilia. Le cifre si riferiscono solo a quelli che ufficialmente sono stati accolti, molti altri fuggono dai centri di prima accoglienza per la paura del rimpatrio.
Il film Terraferma del 2011 diretto da Emanuele Crialese esprime i punti salienti e allo stesso tempo contraddittori di questo tema, focalizzandosi sugli sbarchi clandestini in Sicilia.
Per iniziare occorre porsi alcuni interrogativi:
1) si tratta di minori o di stranieri?
2) accoglienza o controllo?
3) inclusione o esclusione?
4) protezione o difesa…da chi?
I lavori e le tavole rotonde allestite sull’argomento sono davvero tanti ma è difficile delineare un senso comune anche se il Diritto risponde a molti di questi interrogativi. Il fatto è che la dura realtà quotidiana ci pone di fronte a problematiche non sempre facili da superare.
Si parla sempre, pure troppo (se si guarda alla corrispondenza con i fatti), di diritti del minore ma poi, nel concreto quotidiano, pochi o nessun progetto presuppongono il coinvolgimento diretto del minore, eppure il Diritto lo prevede!
La Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia firmata a New York nel 1989 (ratificata e resa esecutiva nel 1991 con la legge n. 176) prevede che un minore straniero anche se entrato irregolarmente in Italia gode di tutti i diritti in essa menzionati. In base alla normativa vigente (Testo Unico sull’immigrazione art.19) un minore non può essere rimpatriato.
Ma chi è un minore straniero non accompagnato?
E’ un minore non avente cittadinanza italiana che, non avendo presentato domanda d’asilo, si trova nello stato italiano privo di assistenza e la rappresentanza dei genitori o di altri adulti che legalmente siano riconosciuti come responsabili in base alle leggi vigenti nell’ordinamento italiano.
Una volta che il minore straniero non accompagnato varca il confine, viene accolto, assistito e sistemato in Comunità. Il più delle volte il primo contatto col minore avviene con le Forze dell’Ordine. Si procede all’identificazione, all’iscrizione al SSN, al permesso di soggiorno, alla nomina di un Tutore. Saranno i Servizi sociali territoriali ad occuparsi di loro e a trovare una struttura capace di accoglierli. Il comune in cui risiede il minore si farà carico delle spese dello stesso.
Ogni minore straniero andrebbe segnalato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minori. Il Giudice Tutelare provvede ad individuare un tutore. Entro 60 giorni dalla segnalazione il Comitato per i minori stranieri avvia le indagini nel paese d’origine. In genere si accupano di questo organizzazioni non governative come il Servizio Sociale Internazionale, l’AIBI, il VIS, ecc. A seguito delle informazioni reperite il Comitato deciderà se il minore deve essere rimpatriato o se disporre il non luogo a provvedere al rimpatrio. Il minore ha comunque diritto di presentare ricorso al Tribunale ordinario contro la decisione della Commissione.
Un “iter” davvero riduttivo così descritto se si pensa solo a quali variabili possono intervenire. Innanzitutto gli stranieri adulti che arrivano in Italia, specie nel corso degli sbarchi in Sicilia che hanno affollato le cronache dei telegiornali, ma anche il territorio in massa, si proclamano minorenni pur essendo evidentemente trentenni. Ciò comporta l’avvio di indagini mediche che accertino l’età presunta del soggetto, gli stranieri ricorrono a questo espediente perchè oltre a prendere tempo circa un eventuale rimpatrio, avrebbero diritto al “permesso di soggiorno per minore età”.
Può capitare che il minore si dichiari rifugiato politico perchè nel paese d’origine perseguitato per motivi di razza, religione, idee politiche ecc. In quest’ultimo caso va accertata la proveniena dal paese d’origine dichiarato (il più delle volte si tratta di minori senza documenti) e poi se la rischiesta d’asilo può essere accolta.
In ogni caso tutti i minori stranieri non accompagnati sol perchè minorenni hanno diritto al permesso di soggiorno per minore età che però non può essere convertito in permesso per studio o lavoro una volta compiuti i 18 anni ma può essere convertito in permesso di soggiorno per affidamento il quale può essere poi, a sua volta, convertito in permesso di studio e di lavoro.
La domanda del permesso di soggiorno del minore straniero non accompagnato viene inoltrata dal tutore nominato per lui o dalla comunità o Ente che lo ha preso in carico.
I minori hanno diritto e obbligo di istruzione, assistenza sanitaria (sono iscritti al Sistema Sanitario Nazionale), di avvalersi di un interprete, sencondo la legge Bossi-Fini hanno diritto di lavorare (in genere l’età minima è 15-16 anni).
Una volta compiuti i 18 anni il diritto di rimanere in Italia non è automatico.
Come accennavo all’inizio del nostro discorso, spesso ciò che dovrebbe essere secondo le normative vigenti non sempre è attuabile nella realtà, in quanto il diritto ha dei confini raramente chiari. Si assiste, quindi, al rimpallo di responsabilità, non si sa chi deve prendersi carico di questi giovani o nella catena degli Enti ci si imbatte in “buchi” difficili da colmare.
A fronte di questo però ci sono anche tanti che si sforzano come i tutor di questi ragazzi che lavorano pro bono o la presenza di Save the Children che dal 2008 insieme ad OIM, Croce Rossa e UNHCR portano avanti il Progetto Presidium finalizzato al potenziamento dell’accoglienza, alla tutela dei diritti e al supporto dei minori, che sbarcano in Sicilia.
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e l’ANCI promuovono e realizzano, con la partecipazione di alcuni comuni italiani un sistema nazionale di presa in carico e integrazione dei minori stranieri in Italia.
C’è molto da fare ma crediamo che l’impegno e il coinvolgimento di aiuti validi riusciranno a rendere migliore la vita di questi giovani adolescenti che lasciano tristi realtà alla ricerca di un mondo migliore.