Dimissioni “rumorose” dall’Associazione Italiana di Psicologia Giuridica
17 dicembre, 2007 by Agata Romeo - Psicologo
Categoria: Comunicati, Deontologia
Dovendosi procedere al rinnovo delle cariche sociali, venute a naturale scadenza del mandato, il giorno 24 ottobre è stata convocata l’assemblea dei soci della Associazione Italiana di Psicologia Giuridica. Qualcosa però pare non abbia seguito il corso “naturale” tant’è che il prof. Arturo Xibilia, docente di Diagnostica giuridico-forense presso l’Università degli Studi di Catania, ci ha inviato per conoscenza, in riferimento a quanto su menzionato, una lettera che pubblichiamo di seguito.
Prof. Arturo Xibilia
Docente di Diagnostica giuridico-forense
Università di Catania
Catania, 13 dicembre 2007
Gentilissimo Capri,
io non ho pregiudizi nei riguardi dei colpi di Stato, ma a condizione che mi siano chiari quale è il passato che si abbatte e quale è il futuro che avanza.
Non mi sento di aderire a quello che è stato ordito contro il direttivo dell’AIPG per due motivi:
1) Il velo di legalità dietro il quale tenta di nascondersi è tanto sottile che è come se non ci fosse. Anche nel più minuscolo Circolo di caccia e pesca d’Italia si sa che la prima convocazione delle assemblee associative è una mera formalità, e quindi reclamare legittimità per essersi riuniti alle otto di mattina, in strada, perché erano ora e luogo della prima convocazione non mi sembra particolarmente brillante. E poi, figurarsi, da parte di psicologi esperti in Diritto!
2) Nella tempestiva e accurata documentazione dell’evento che è stata inviata agli associati non ho trovato una sola parola in ordine alle sue ragioni. C’è, anzi, un inquietante tentativo di fare apparire che “non è successo nulla”, che tutto procede normalmente. Questo significa non solo non avere voluto affrontare un dibattito in assemblea, ma non volerlo neanche adesso, a cose fatte.
Per questi motivi, mi dimetto dall’Associazione.
Cordiali saluti
Nel pieno stile democratico e colloquiale che contraddistingue la linea editoriale del nostro sito, daremo possibilità di replica a quanti coinvolti nella vicenda volessero rispondere allo scritto del prof. A. Xibilia.